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lunedì 8 settembre 2014

Gray


Titolo: Gray
Autore: Francesco Falconi
Traduzione: in lingua originale (italiano)
Numero di pagine: 372
Pubblicato: 29 aprile 2014 (in Italia)
Edizione: Mondadori
Prezzo: 17 euro
Trama: Dorian osserva l’Anima Nera strisciare sulla sua pelle come un tatuaggio, avvolgersi alla spalla e raggiungere la sua schiena. E’ il serpente oscuro che l’ha condannato a un inferno in terra:l’immortalità. Cent’anni prima, di fronte a un ritratto che esaltava la sua bellezza, Dorian ha osato desiderare di rimanere giovane e seducente per sempre: il suo desiderio è stato esaudito, ma il prezzo da pagare è un baratro infinito di estasi e perdizione.
Layla è tormentata da un demone che le toglie il respiro, la ragione e la volontà. E’ prigioniera di un corpo che sente disarmonico e deforme. Il suo rifugio è l’arte, e quel ritratto di ragazzo che da sempre disegna con precisione maniacale, occhi di ghiaccio e corpo perfetto, pur non avendolo mai conosciuto.
In una Roma incantevole e superba, Dorian e Layla stanno per incontrarsi e i loro destini si allineano come tessere del domino in attesa di essere sfiorate.



Rating: 



Recensione: Ammetto che, non appena ho letto il titolo e la trama del romanzo, ho immediatamente storto il naso e l’ho considerato come una brutta copia de “Il ritratto di Dorian Gray”, celebre romanzo di Oscar Wilde. Leggendo varie recensioni positive, però, ho deciso di provare e, considerata la valutazione di quattro stelline, capirete che ho dovuto ricredermi.
Falconi ha preso il tema principale trattato da Wilde e l’idea basilare, sviluppandola un po’ a modo suo e adattandola ai nostri giorni. Il racconto è quindi ricco di riflessioni, frasi poetiche, periodi complessi e pensieri filosofici espressi o dai protagonisti stessi, o inseriti nelle circostanze. L’utilizzo del presente ha reso il romanzo crudo ed esplicito, le descrizioni che ho trovato fantastiche imprimono nella mente le immagini e vi è una meravigliosa esaltazione del nostro Paese. La storia è, infatti, ambientata a Roma, dunque gli avvenimenti possono essere tranquillamente contestualizzati nella capitale e addirittura, grazie alle precisazioni pignole, possiamo seguire e vedere con i nostri occhi i punti esatti in cui sono avvenute le vicende.
Nel libro abbiamo una ragazza, Layla, affetta da dimorfismo, con una personalità timida, riservata e chiusa. A primo impatto sembrerebbe un cliché, la solita sfigata alle prese con i problemi adolescenziali che, nonostante i suoi vent’anni, ancora non l’hanno abbandonata. Falconi, invece, non ha reso affatto banale questo personaggio e l’ha indagato correttamente rendendola una personalità interessante e poco scontata. Layla è un’amante dell’arte, e grazie a lei il romanzo evidenzia le bellezze artistiche della capitale, sottolinea lo splendore delle opere architettoniche e per trecento pagine ci rende fieri di possedere una simile meraviglia.
Dorian, invece, è rimasto vicino al personaggio ideato da Oscar Wilde, Falconi ha solamente aggiunto la rassegnazione, la rabbia per non poter morire e altre tristi sensazioni che si aggiungono al suo egoismo e al suo egocentrismo. Je suis art. è questa la frase che Dorian pronuncia più di una volta, il motivo che lo ha reso l’essere repellente e viscido che è divenuto.
A completare il quadro, abbiamo Aurora, Giacomo e Basilio. Aurora è lo specchio della società attuale. Migliore amica di Layla, è superficiale, poco attenta, invidiosa ed individualista. La classica ragazza che cambia fidanzato ogni settimana e che non si fa sfuggire alcuna occasione per umiliare ed esaltare le debolezze della sua amica. Giacomo è il fratello di Layla, anch’esso appassionato d’arte e amante della fotografia, perdutamente innamorato della sorella fino a renderla una terribile ossessione. Basilio, la reincarnazione di Basil, mantiene la sua omosessualità anche in questo romanzo ed il suo ruolo è quello di essere una delle vittime di Dorian.
La storia ti prende dalla prima all’ultima pagina, il ritmo è incalzante e, principalmente nella parte finale, le vicende si susseguono così velocemente da farti perdere il fiato. Ho apprezzato molto la caratterizzazione di tutti i personaggi, indagati uno per uno attraverso l’utilizzo della terza persona. Il loro evolversi durante le vicende, chi riesce a superare il baratro nel quale sta cadendo, come Aurora e Layla, e chi invece si lascia andare a Satana, come Dorian e Giacomo. Molte scene sono strazianti, vi è questa continua ricerca nel comprendere cosa sia l’amore, cosa sia il rimorso, ed infine cosa sia l’ossessione.
Il motivo per il quale non ho dato il massimo della valutazione, è stato il mio attaccamento all’originale di Oscar Wilde, il primo classico che ho letto e a cui tengo tantissimo. Falconi non ha comunque modificato il carattere e il ruolo dei personaggi, ma la loro storia e il contesto nel quale sono stati inseriti non mi ha fatto impazzire. Per esempio, il ritratto viene dipinto da Basil, ed è mentre egli dipinge che Henry fa la conoscenza di Dorian, non è mai stato il suo tutore. Sybil non era incinta quando si è suicidata per amore del ragazzo e, benché Basil è sempre stato perdutamente innamorato di Dorian, non sono mai stati amanti. Infine non ho molto gradito l’importanza che è stata assegnata al ritratto. Dorian, in un impeto di rabbia, nel romanzo di Falconi, lo distrugge senza che gli accada nulla, mentre avrei preferito che fosse stata mantenuta la “credenza” originale: ovvero che quel gesto lo avrebbe ucciso.
Un libro che comunque consiglio vivamente, ma ritengo che debba essere preso come un romanzo staccato dall’opera di Oscar Wilde, per chi lo avesse letto e amato come me.

2 commenti:

  1. ciao, sono una nuova follower ;) questo libro mi ispira più per la copertina che per la trama
    dorian gray è un intoccabile e temo che rimarrei un po' delusa per l'inevitabile confronto
    a presto!

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  2. Anche io la pensavo così, prima di leggerlo. Effettivamente è un bel libro, ma per esigenze di trama Falconi ha dovuto un po' modificarlo. Infatti consiglio di leggerlo come qualcosa di completamente nuovo, facendo finta che non sia un dopplanger de Il ritratto di dorian gray

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