Titolo: Cercando Alaska
Autore: John Green
Traduzione: Lia Celi
Numero di pagine: 319
Pubblicato: marzo 2005 (in America)
Edizione: Rizzoli
Prezzo: 14.00 euro
Trama: Miles
Halter, sedici anni, colto e introverso, comincia a frequentare un'esclusiva
prep school dell'Alabama. Qui lega subito con Chip, povero e brillantissimo,
ammesso alla scuola grazie a una borsa di studio, e con Alaska Young,
divertente, sexy, attraente, avventurosa studentessa di cui tutti sono
innamorati. Insieme bevono, fumano, stanno svegli la notte e inventano scherzi
brillanti e complicati. Ma Miles non ci mette molto a capire che Alaska è
infelice, e quando lei muore schiantandosi in auto vuole sapere perché. È stato
davvero un incidente? O Alaska ha cercato la morte?
Recensione: è passato un bel po’ di tempo da quando ho
letto questo libro, eppure ancora non sono riuscita a farmene un’opinione
completa.
Ero partita abbastanza prevenuta con questo romanzo,
avendo letto prima Colpa delle stelle (che è dello stesso autore) temevo di
rimanere delusa anche da Cercando Alaska. Sono stata contenta di aver dovuto
cambiare opinione.
Basilarmente la trama non è particolarmente originale,
eppure John Green non l’ha resa banale e gli avvenimenti non sono assolutamente
scontati: il romanzo è imprevedibile e anche quando sembra che i protagonisti
stiano per affrontare un periodo di “quiete”, c’è sempre qualche allegra
vicenda che non annoia mai il lettore e che permette a quest’ultimo di godere
fino alla fine del romanzo. Fra le angherie dei “nemici” scolastici, Miles (il
personaggio principale), Alaska, Colonnello, Takumi e Lara vivono un
emozionante anno scolastico ricco di scherzi e avventure notturne.
Miles si ritrova circondato da persone che portano sulle
spalle il peso di una vita particolarmente difficile, quasi un dramma, di cui
alcuni sono riusciti a liberarsi, mentre in altri è ancora vivo il ricordo. C’è
il Colonnello, talmente povero da vivere in una roulotte, c’è Lara, arrivata in
America da pochi anni e Alaska, che più di tutti è tormentata dal suo passato.
Questi racconti ci vengono quasi presentati come delle fiabe cupe e macabre,
che hanno contribuito alla formazione psicologica dei personaggi e che li hanno
resi persone non superficiali e dalla
mentalità vispa e aperta.
Arriva “finalmente” anche il momento di Miles e Takumi di
crescere.
DA QUI
LA RECENSIONE SARA’ CARATTERIZZATA DA SPOILER, NON PROSEGUIRE SE NON AVETE
LETTO IL ROMANZO.
Improvvisamente Alaska muore e si cerca di ricostruire
quel pezzo della sua vita che l’ha portata a commettere un presunto suicidio.
Ho apprezzato di questa parte del romanzo il tema trattato da John Green,
sviluppato in due maniere differenti.
Alaska
è perseguitata dai sensi di colpa per non essere riuscita a salvare sua madre
quando era piccola. La ragazza non è riuscita a trovare una
via d’uscita, è rimasta intrappolata nel suo labirinto e ha preferito la morte al ricercare ancora una via
d’espiazione.
E come
Alaska, Chip, Miles e in seguito anche Takumi, sono tormentati dagli stessi
sensi di colpa per non aver impedito la morte della loro amica, anzi, l’hanno
invogliata a uscire ubriaca in auto. Al contrario di Alaska, però, i tre riescono ad uscire dal
labirinto, superano questi sensi di colpa e assorbono la lezione che la vita ha
voluto impartirli, e che ha cercato di far imparare anche ad Alaska. Come dice
anche Margaret Mazzantini nel suo romanzo, “nessuno si salva da solo”, e questi
tre amici riescono a superare questo dramma perlopiù adolescenziale assieme,
facendosi forza l’uno con l’altro.
FINE
SPOILER
La struttura del romanzo ci prepara già all’evento che
metterà completamente in subbuglio la vita dei protagonisti, i paragrafi,
infatti, sono divisi attraverso il sistema del “cinquanta giorni prima”,
“ottanta giorni prima” e così via.
Nonostante tutti questi elementi positivi che mi hanno
fatto commuovere e portato più volte a riflessione, al romanzo è mancato
qualcosa. C’è stato un particolare che non mi ha permesso di godermelo
pienamente e che mi ha impedito di dare cinque stelline di valutazione. Forse
il mio essere prevenuta, forse proprio il personaggio di Alaska, che in certi
momenti ho trovato un po’ pesante e anche un po’ troppo... esplicita, per così
dire, e di cui non ho sempre apprezzato i comportamenti (come quando dice: “ti
farei un pompino se non fossi fidanzata”... io sono per la fedeltà nel pensiero
e nelle azioni...).
In ogni caso un romanzo che consiglio.
Nessun commento:
Posta un commento