Questa rubrica è caratterizzata da spoiler, linguaggio esplicito e parolacce
Titolo: Shadowhunters, Città di ossa
Autrice: Cassandra Clare
Traduttore: Fabio
Paracchini
Numero di pagine: 452
Pubblicato: 6 novembre
2007 (in Italia)
Edizione: Mondadori
Prezzo: 10.50 euro
Trama: La sera in cui la
quindicenne Clary e il suo migliore amico Simon decidono di andare al
Pandemonium, il locale più trasgressivo di New York, sanno che passeranno una
nottata particolare ma certo non fino a questo punto. I due assistono a un
efferato assassinio a opera di un gruppo di ragazzi completamente tatuati e
armati fino ai denti. Quella sera Clary, senza saperlo, ha visto per la prima
volta gli Shadowhunters, guerrieri, invisibili ai più, che combattono per
liberare la Terra dai demoni. In meno di ventiquattro ore da quell'incontro la
sua vita cambia radicalmente. Sua madre scompare nel nulla, lei viene attaccata
da un demone e il suo destino sembra fatalmente intrecciato a quello dei
giovani guerrieri. Per Clary inizia un'affannosa ricerca, un'avventura dalle
tinte dark che la costringerà a mettere in discussione la sua grande amicizia
con Simon, ma che le farà conoscere l'amore.
La recensione racconta fin dove sono arrivata, dato che non ho terminato il libro, inoltre sarà caratterizzato da tantissimo spoiler
Recensione: Shadowhunters è una delle nuove saghe paranormali uscita poco
dopo Twilight, che ha spopolato fra i giovani ed è stato apprezzato anche da
molti adulti. Colpita dalla trama interessante, dalle recensioni superpositive,
da una copertina accattivante e dall’uscita dell’ultimo libro, che ha
completamente mandato in tilt il mio facebook, ho deciso di provarlo.
Il primo approccio l’ho avuto tempo fa con la saga Infernal Devices, il
primo della trilogia, e non mi era piaciuto affatto: avevo abbandonato la
lettura dopo duecento pagine.
Ho ritentato con la saga “clou”, e le mie aspettative sono state
completamente distrutte. Davvero una profonda delusione.
Comincio col sottolineare ciò che mi è piaciuto del libro. Ho apprezzato
molto il mondo creato dalla Clare,
nonostante sia un misto tra Twilight ed Harry Potter, l’autrice lo ha reso suo
e non ha abbandonato a spiegazioni vaghe o patetiche le creature, che sono ben
caratterizzate e studiate. Non mi ha fatto impazzire la miscela fra esseri come
draghi ed elfi, e vampiri, licantropi e angeli e demoni. Non ho mai letto di
queste creature assieme e sinceramente ho iniziato a vedere il tutto un po’
esagerato. Non sempre i vari tipi di mitologie si sposano bene.
La rivisitazione dei Nephilim, ovvero dei cacciatori di demoni, mi è
piaciuta. Molto fantasiosa la trovata delle rune e dello stilo. Non ho capito,
però, da dove sia uscito fuori il termine “Shadowhunter”. Mi sembra nato
solamente per dare un impatto positivo ai ragazzi, non so, una di quelle parole
particolari inventate che hanno semplicemente lo scopo di attrarre.
E adesso invece, parliamo del perché Città di ossa non mi è piaciuto. Appena
ho aperto il libro, l’incipit non mi ha fatto impazzire, anzi, ho cominciato ad
avere i primi dubbi.
Clary, la protagonista, si ritrova in coda con il suo amico Simon per il
Pandemonium, una delle discoteche più trasgressive del posto (abita a New
York). Clary ha una madre apprensiva, sempre in pensiero e molto severa, e ciò
verrà ribadito spesso.
E quindi mi domando:
1. 1.Perché a 15 anni vai in discoteca? Anzi, nella discoteca più trasgressiva
di New York?
2. 2.Perché tua madre apprensiva ti manda in discoteca? E soprattutto, perché
acconsente quando hai 15 anni e abiti a New York?
3.Tra l’altro, la mamma si arrabbia perché è tornata a casa troppo tardi!
”Mia mamma. Non era troppo
contenta che abbiamo fatto così tardi, ieri. Ha sclerato.”
Cosa ce la mandi a fare in discoteca, allora? È una contraddizione! E ha 15 anni? E quella è la
discoteca più trasgressiva del posto?
Inoltre mi chiedo, com’è possibile che Clary sia entrata? Le discoteche non
dovrebbero avere l’ingresso aperto esclusivamente ai maggiorenni
(principalmente quelle trasgre, poi)?
In ogni caso, diamo per buono che la protagonista sembri più grande, e che riesca
ad entrare in questa discoteca.
Qui assiste alla cattura di un demone da parte di tre Shadowhunters: Jace,
Isabelle e Alec. E qui, capiamo già da subito quali saranno i loro ruoli.
Simon: l’amico friendzonato.
Isabelle: la ragazza bellissima e meravigliosa che Clary invidierà.
Alec: fratello di Isabelle, si comporta come un maschio col ciclo.
Jace: mi soffermo un po’ di più nel parlare di Jace. So che adesso arriverà
una valanga di pomodori da parte delle ragazze, ma... è insopportabile. Insopportabile è la parola esatta per descriverlo.
Dopo dieci secondi dalla sua comparsa, non c’è bisogno di riflettere su chi è:
il figo di turno per il quale Clary prenderà una cotta. Mi chiedo come, data
l’insopportabilità di questo personaggio.
Innanzitutto, è un saputello di dimensioni cosmiche:
*scena della cattura del demone nella discoteca*
Jace: “Non mi hai ancora
detto se qui ci sono altri come te.”
Demone: “Non so di cosa
parli.”
Jace:”Di altri demoni.
Cittadini dell’Inferno e servi di Satana, secondo la religione. Ma, secondo il
Conclave, tutti i tipi di spirito, potere o principio malevolo e maligno che si
trovi fuori dalla nostra dimensione originaria.”
Ma chi te lo ha chiesto? Isabelle e Alec secondo te non sanno queste cose?
Cassandra Clare, capisco che c’è bisogno di un’introduzione al complicato mondo
dell’occulto, ma questo mi sembra il modo peggiore per dare spiegazioni, dato
che in questa situazione sinceramente non hanno molta logica. Se Jace deve
uccidere questo demone, che senso ha fargli fare una lezione di semantica?
E anche qui:
*scena d’incontro fra Jace e Clary*
Clary: “Mi chiamo Clary”
Jace: “Lo so. Come l’erba,
la clary sage, la salvia sclarea. Una volta si credeva che mangiando i semi di
quell’erba si potessero vedere le fate. Lo sapevi?”
No. Non lo sapevo. E tu invece sapevi che a me e Clary non fotte un cazzo
dell’erba?
Continuerà di questo passo per buona parte del romanzo, evidenziando anche
il suo scarso senso dell’umorismo:
*parlando delle spade di Jace...*
Clary: “Uffa, ecco che se ne
va a monte il mio piano di venderle su e-bay!”
Jace: “Venderle dove?”
Clary: “Un luogo mitico con
un grande potere magico.”
Jace: “La maggior parte dei
miti è vera, almeno in parte.”
.-. sarcasmo, Jace, sarcasmo.
In ogni caso, ci pensa qualcuno a metterlo al suo posto:
“Se fossi divertente la metà
di quello che credi, ragazzo mio, saresti il doppio più divertente di quello
che sei.”
Finalmente qualcuno che se n’è reso conto! Comunque, lui non capisce il
senso dell’affermazione, ma lasciamo stare. Ora, non so se Cassandra Clare
abbia ideato a posta un personaggio odioso, e in questo caso ci è più che
riuscita; nel caso, invece, volesse creare il “bello, stronzo che tutte amano”,
be’, i suoi tentativi sono andati un po’ a monte.
Andiamo avanti. Dopo quest’incontro c’è ne è un altro fra Clary e Jace, e
nel frattempo Jocelyn, la madre della protagonista, viene attaccata e le dice
di non tornare più a casa. Clary, ovviamente, corre a vedere cosa le è successo e si scontra con un
Divoratore (un demone) e viene salvata da Jace e portata all’istituto degli
Shadowhunters. Qui inizia un dibattito un po’ ridicolo tra Jace e Alec. Il
primo, chiaramente interessato a Clary, è convinto che lei abbia qualcosa di
speciale rispetto agli altri mondani, dato che non è normale che possa vedere
gli Shadowhunters.
Alec invece è ostile.
Jace si offre di aiutare Clary a ritrovare sua madre e ritornano nella casa
ormai mezza distrutta. Qui incontrano altri demoni/troll/mostri, ma Jace riesce
a metterli KO. [C’è la descrizione di una scena d’azione, che mi è parsa quasi
quella di un film messa a rallentare. La Clare si sofferma troppo sui
particolari quando descrive combattimenti, ed è un errore, perché l’azione non
la fa sentire.]
In ogni caso, è passato un bel po’ di tempo da quando avete lasciato la
casa, com’è possibile che in un condominio nessuno si sia accorto della
presenza di creature demoniache? Anche se non possono vederli, i mostri vengono
descritti come dei bestioni, quasi dei giganti, nessuno ha sentito rumori? E
dopo tutto il casino che è successo durante un presunto combattimento fra
Jocelyn e i suoi aguzzini, o fra Clary e il Divoratore, NESSUNO SI è RESO CONTO
CHE STAVA SUCCEDENDO QUALCOSA?
La Clare gioca sicuramente dalla parte del realismo, gente!
Alla fine si scopre che Madame Dorothea, la tizia che abita sotto casa
loro, è una “strega” (e qui Jace ci dà prova della sua cultura nuovamente), e
ha un portale penta dimensionale. [Non poteva semplicemente chiamarsi Portale? O portale tridimensionale? Abbiamo
capito che Cassandra Clare vuole fare le cose in grande.]Questo portale porta
lei e il suo accompagnatore a casa di Luke, l’amico della madre che al momento
della scomparsa di quest’ultima le aveva chiaramente detto di voler tagliare i
ponti con lei.
Qui viene loro incontro Simon, l’amico sfiggy, che si trova casualmente lì.
Dopo che Clary (non si capisce per quale motivo) li racconta tutto ciò che ha
scoperto, lui esclama:«Che figataaaa! È
come nei videogiochi!» e da questo momento penso che abbiate capito che
Simon è un totale stupido, e Clary si trova a scegliere fra uno scemo e un
insopportabile. I due maschioni subito che litigano, ovviamente, e finalmente
si entra in casa di Luke ad indagare.
Insomma, si scopre che Luke potrebbe essere kattivo e che i cattivi tengono nascosta Jocelyn per impossessarsi
di una coppa.
Allora, qui ho da fare delle considerazioni.
1.In tutto questo, si nota che la
Clare non ti fa entrare nei personaggi, ma te li fa solamente vedere
dall’esterno. Clary fa questo, Clary fa quello, ma non c’è un momento in cui si
sofferma sui suoi pensieri, sulle sue preoccupazioni, in cui la ragazza
manifesta davvero stress e ansia per tutto ciò che sta succedendo. La sua vita
è cambiata al tal punto da poterle venire una crisi di nervi, e lei sembra non
vivere il trauma. Ogni minuto che passa sua madre potrebbe essere sempre più
vicina alla morte, e lei reagisce in maniera abbastanza normale. L’autrice non
fa sentire l’ansia e la angoscia di Clary.
2.Quando ho letto che i cattivi stavano cercando una coppa, sinceramente ho
cominciato a pensare che la Clare abbia scritto Shadowhunters un giorno in cui
le hanno chiesto “scrivi un fantasy seguendo queste indicazioni!”. Avete
presente quando alle elementari c’erano le immaginette con i personaggi da
scegliere? Il protagonista: un principe, un re, una bambina. Il cattivo: un
mostro, un troll, un lupo. La missione: recuperare un oggetto che sconfigge il
malvagio. Vi giuro, ho avuto quest’impressione.
Una volta tornati all’istituto, Jace fa entrare anche Simon, il secondo
mondano e per questo non gli verrà dato nemmeno uno schiaffetto sulla mano.
Inoltre mi chiedo... ma Simon non ha dei genitori? Gira e fa il cazzo che li
pare senza una madre o un padre si preoccupino per lui?
Dopo aver fatto un breve riepilogo ad Hodge (il capo dell’istituto,
diciamo), si scopre che Valentine, il kattivo
della situazione, è tornato e che era il marito di Jocelyn (ahi ahi!), e
questa è l’unico colpo di scena che può essere chiamato colpo di scena di tutto
il romanzo. Si parla di un Circolo composta da Shadowhunters che volevano
distruggere tutti i Nascosti, per poi far scoppiare una guerra tra Umani e
Nascosti... sinceramente tutta questa storia mi puzza di Harry Potter. Mi ha
riportato a Voldemort e ai suoi Mangiamorte.
Qui Clary scoppia, dice che
non vuole più sentirne parlare inizia a sclerare. Questa reazione mi è parsa
abbastanza strana, sinceramente. Leggendo, lascia un po' di stucco, l'ho
trovata esagerata e fuori luogo. Insomma, rimane tranquilla scoprendo il mondo
degli Shadowhunters ed esplode quando scopre che sua madre faceva parte dei
cattivi ma si è convertita ai buoni.
Un altro piccolo focus prima di terminare la
recensione.
Lo stile della Clare non mi è piaciuto affatto.
Ci sono continuamente metafore, che però non sempre hanno senso o sono di
cattivo gusto. Leggendo il romanzo non si notano, una volta preso il ritmo
sembrano quasi inesistenti, ma dato che io leggevo tre pagine a settimana
purtroppo saltavano all'occhio.
Mi è parsa una dilettante che voleva passare per
una scrittrice dallo stile particolare, ma è sgamabile da subito.
Sinceramente non so se andrò avanti con la
lettura di Shadowunters. Questo libro mi ha annoiata veramente tantissimo e non
ha catturato assolutamente la mia attenzione. È capitato che non piacesse nemmeno ad una mia amica, che alla fine, provando anche il secondo, si è letteralmente appassionata alla saga. Potrebbe essere così, ma finché non lo termino non potrò mai saperlo. Forse in un futuro prossimo riuscirò a finirlo e a cambiare opinione, ma per ora pollice in giù
per Città di ossa.